1.2 Conte il "jazzista"
Durante quel periodo il giovane completava gli studi,
laureandosi in legge all'Università di Parma, e contemporaneamente studiava
e suonava jazz, inizialmente ad un livello amatoriale, poi semi-professionale.
Formò diversi gruppi, tutti con nomi che tradivano il suo entusiasmo per
il leggendario mondo del jazz Americano: Barrelhouse Jazz Band,
Taxi for Five, The Lazy River Band Society ed il più fortunato
dei suoi complessi, il Paul Conte Quartet. Con questi suonava generalmente
il vibrafono, esibendosi principalmente a livello locale e raggiungendo
poi un apice con l'incisione di un album per la RCA intitolato The
Italian Way to Swing, una collezione di standards di scarso successo
critico. Allo stesso tempo partecipò, con altri artisti, ad un'incisione
per la Ricordi intitolata Lo Swing.
1.3 La scena musicale in Italia
Naturalmente, crescere in Italia negli anni '40 e '50 significava essere immersi in parecchie altre forme di musicalità, e nella formazione di qualsiasi compositore moderno vi è sempre comunque una certa quantità di musica leggera se non altro perché è quel che si sente alla radio o fischiettata dalla gente. Tuttavia, ad un certo punto, la formula della canzone popolare sarebbe diventata, per Conte, molto più di un semplice interesse. In aggiunta, come era il caso per la maggior parte dell'audience italiana più esigente, la sua curiosità non si fermava allo stile di canzoni "alla San Remo", ma si estendeva naturalmente a tutta la musica di qualità che la penisola avesse da offrire: le reincarnazioni più svariate della musica napoletana, patrimonio nazionale ormai da sempre, e tutte le forme più localizzate e d'importazione. I grandi cantanti e cantautori francesi, ad esempio, diventarono una buona fonte di interesse per i più perspicaci, dispensando quella dose di spirito e disincantato cinismo, quel sapore tutto particolare mancante all'ambiente italiano. Conte fu, dunque, molto attratto anche dallo stile dei vari Aznavour, Brel e Brassens, riuscendo ad assistere anche a qualche esibizione dal vivo.
1.4 Conte il compositore
Agli inizi degli anni '60, quindi, Paolo Conte era ancora
immerso in sensibilità musicali diverse e come jazzista poteva dirsi soddisfatto
di alcune memorabili esibizioni e qualche album registrato. E' a questo
punto che inizia a collaborare con il fratello Giorgio alle sue prime
canzoni, concepite per il mercato italiano e destinate all'interpretazione
di altri. La qualità di queste prime composizioni, che non includevano
testi, fu tale da assicurare ai due fratelli un piccolo contratto e nel
1964 iniziarono una serie di collaborazioni con altri compositori. All'inizio
i risultati potevano dirsi promettenti se non del tutto rassicuranti finché,
nel 1967, lavorando da solo, Conte esordì con La coppia più bella del
mondo, successo immediato e numero uno in classifica nientemeno che
per Adriano Celentano.
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